Skrjabin a Bogliasco, in “Slavia”, IV, 1993 pp.156-67.

BogliascoAleksandr Skrjabin soggiornò a Bogliasco dal giugno 1905 al febbraio 1906, per circa 8 mesi; questo periodo, uno dei più intensi nella vita del compositore russo, vide buona parte della composizione de “Il Poema dell’Estasi” e dei suoi taccuini di appunti, la definitiva rottura con la moglie Vera, l’idillio con la sua musa ispiratrice Tatiana de Schloezer e la nascita della loro primogenita Arianne, l’amicizia con Georgij Plechanov e gli esiliati russi durante la rivoluzione del 1905, i turbolenti rapporti con la sua Casa Editrice dopo la morte di Belaev. E’ necessario ricordare brevemente gli avvenimenti che precedettero il soggiorno italiano di Skrjabin, per meglio comprendere le motivazioni che ne furono all’origine. Quando nel novembre 1902 conobbe Tatiana de Schloezer (1883-1922), sorella del suo allievo ed amico Boris de Schloezer (1881 1969), Skrjabin aveva 30 anni ed era sposato dal 1897 con Vera Ivanovna Issakovitch (1875 1920), brillante pianista, che gli aveva dato 4 figli: Rimma (1898 1905), Elena (1900), Maria (1901) e Lev (1902-1910). Dal settembre 1898 insegnava pianoforte presso il Conservatorio di Mosca, circondato da allievi che lo ammiravano con entusiasmo e che in seguito gli avrebbero fornito preziosi aiuti finanziari. La sua personalità era affascinante: fanciullo prodigio dai lineamenti angelici, era cresciuto coccolato dalle zie Ida e Ljoubov, due sorelle del padre avviato alla carriera diplomatica, e dalla nonna Elisabeth; la madre era morta giovanissima. Skrjabin si era subito imposto come pianista, mentre come compositore non si era molto discostato dai modelli di Chopin e Liszt, sostenuto dall’influente amicizia del proprio editore mecenate Mitrofan Belajev. Tatiana de Schloezer era una giovane e brillante pianista; aveva ascoltato nel 1901 la Terza Sonata in fa min. di Skrjabin e secondo la sua stessa affermazione “fu la più forte impressione della mia vita. In seguito non volli suonare altro che musica di Skrjabin. Io sognavo di vedere il compositore”. L’incontro fra Skrjabin e Tatiana avrebbe dovuto cambiare entrambe le loro vite: in essa infatti il musicista vide la musa ispiratrice di cui aveva bisogno la sua arte; ella l’avrebbe aiutato a liberare il messaggio che portava dentro di lui. Tatiana si sentiva chiamata a questa sorta di missione: “Sotto il fascino della sua personalità creativa ben presto abbandonai tutte le mie idee sulla composizione... Il mio scopo non era più quello di trovare il modo per esprimere me stessa ma quello di arrivare a capire meglio le sue composizioni”.

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