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In
“Riflessi solari”(1995), per gruppo strumentale, un campo armonico di
cinque suoni (0,2,4,6,9), corrispondente a una nona maggiore di dominante,
è sviluppato canonicamente da un quintetto di fiati; il suo inverso è
affidato a un quintetto d’archi. I gradi di trasposizione di “Riflessi
solari” seguono una serie di 22 cifre, data dall'intersezione di tutti gli
intervalli in ordine ascendente e di tutti gli intervalli in ordine
discendente (11-2-1-1-2-11-3-10-4-9-5-8-6-7-7-6-8-5-9-4-10-3); ne deriva un canone a quattro voci,
le cui entrate all'unisono sono poste a distanza di due battute di 11/8. Le cinque voci
completano verticalmente il campo sonoro (0,2,4,6,9). Tutto il brano è
sviluppato contemporaneamente al suo inverso, così che ne deriva un altro
canone, inverso del primo. Come “Riflessi lunari”, il brano è diviso in
tre parti. Nella prima parte è sviluppato il primo canone, poi il secondo
(inverso); nella seconda parte è sviluppato il primo canone simultaneamente
al secondo; nella terza parte compare dapprima l’inverso e infine di nuovo
l’originale.
Caleidocicli musicali
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