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SALA DELLO STABAT
MATER DELL’ARCHIGINNASIO
Bologna, Sabato 26 febbraio 2000
Presentazione della mostra “Rossini a Bologna”
Innanzitutto
vorrei ringraziare tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione dell
mostra, il Presidente dell’Accademia Filarmonica di Bologna Fulvio Angius, il
Consiglieri di amministrazione Gianfranco Benfenati e Luigi Girati e il
segretario dell’Accademia Giorgio Mescoli che è anche il presidente
dell’Istituzione Rossini. Ricordo che l’Istituzione Rossini fu fondata con i
proventi dell’esecuzione dello Stabat Mater come cassa di sussidio per i
musicisti indigenti. Nell’aula dello Stabat Mater vi è pure una lapide posta
dalla Istituzione Rossini, a fianco di un’altra lapide che ricorda
l’esecuzione dello Stabat Mater del grande compositore pesarese, avvenuta nel
1842.
Un ringraziamento anche al dott. Pierangelo Bellettini che ha ospitato
all’Archiginnasio una sezione della mostra. La mostra è infatti divisa in due
sezioni, la parte che riguarda il giovane Rossini è all’Accademia
Filarmonica, e tutti siete invitati a visitarla a partire del 29 febbraio,
mentre la parte che riguarda Rossini più anziano è qui all’Archiginnasio.
Devo ringraziare anche Luigi Poli che ha collaborato alla messa a punto dei 116
pannelli che costituiscono la mostra.
La mostra si presente in maniera abbastanza semplice, comprende infatti 116
pannelli che contengono le copie di circa 650 documenti, fra riproduzioni di
lettere, manoscritti musicali, disegni, stampe e fotografie, riguardanti la
presenza di Rossini a Bologna. La scelta di esporre riproduzioni, seppure in
formato elegante, è dovuta a molteplici fattori, primi fra i quali i problemi
assicurativi e i rapporti fra le varie istituzioni coinvolte, e la prospettiva
che questa mostra, dopo il primo allestimento (Accademia Filarmonica e
Archiginnasio) possa essere facilmente riproposta in altre sedi e perché no,
trovare infine una sede permanente. Le riproduzioni sono state effettuate in
accordo con le varie istituzioni proprietarie degli originali.
Com’è noto a tutti Rossini nacque a Pesaro ma il suo nome è
indissolubilmente legato alla città di Bologna, dove egli studiò ed abitò per
la maggior parte della sua vita. La presenza di Rossini a Bologna è divisa in 8
episodi narrativi e precisamente:
All’Accademia Filarmonica: Gli anni di studio (1799-1812) - pannelli 1-19. I
Grandi successi (1812-1822) - pannelli 20-30.
Il primo matrimonio (1822-1829) - pannelli 31-41. Tra Bologna e Parigi
(1829-1838) - pannelli 42-53.
All’Archiginnasio: Gli anni d’oro del soggiorno bolognese (1838-1845) -
pannelli 54-85. Il secondo matrimonio (1845-1848) - pannelli 86-95. L’addio
(1848-1851) - pannelli 96-102.
Rossini e Bologna - pannelli 103-116.
Pur nella semplicità della sua presentazione, la mostra è estremamente
dettagliata e ripercorre in maniera esauriente le varie tappe del soggiorno di
Rossini a Bologna. Numerosi documenti esposti sono poco conosciuti o di
difficile reperibilità; mi riferisco ad esempio ai documenti della Certosa di
Bologna e alla documentazione sulla tomba Rossini-Colbran dove sono sepolti la
prima moglie del compositore Isabella Colbran con il padre Giovanni e i genitori
di Gioacchino Rossini, Anna Guidarini a Giuseppe Rossini. Molto dettagliata è
la documentazione sulle varie abitazioni di Rossini, con numerose fotografie
rare e inedite. La ricostruzione dei vari spostamenti di Rossini a Bologna non
è stata facile perché l’Archivio anagrafico del Comune di Bologna è andato
in parte distrutto durante la seconda guerra mondiale e quindi è necessario
consultare gli Stati della anime della Parrocchie sotto cui Rossini abitò.
Molto interessanti sono i documenti provenienti dall’Archivio Storico del
Comune di Bologna, che da due anni ha una nuova e magnifica sede in Via Tartini
1, e devo un cordiale ringraziamento alla responsabile Lucia Marani; fra questi
documenti segnalo ad esempio il verbale della Commissione Filarmonica del 1808
che affida a Rossini la composizione della cantata Il Pianto di armonia, e un
verbale del 1843 con il quale si dà a Rossini un mandato per l’acquisto di un
pianoforte Pleyel che verosimilmente è quello celebre recentemente restaurato
da Flavio Ponzi che si trova al Civico Museo Bibliografico Musicale. E proprio
dal Civico Museo Bibliografico Musicale vien una buona parte dei documenti
esposti alla mostra, per cui va un cordiale ringraziamento al responsabile dott.
Mario Armellini. Numerose sono le curiosità che emergono fra i vari documenti
esposti. Ad esempio un amico di Rossini, l’avvocato Rinaldo Bajetti, era
venuto in possesso dei manoscritti autografi del Barbiere di Siviglia e de La
Cenerentola e alla sua morte aveva disposto che quello del Barbiere fosse donato
al Liceo Musicale e quello della Cenerentola all’Accademia Filarmonica. Le
lettere riguardanti le donazioni si trovano oggi all’Archivio Storico del
Comune per quanto riguarda il Barbiere e a quello dell’Accademia Filarmonica
per quanto riguarda la Cenerentola, e sono stati riuniti assieme per questa
occasione. Particolarmente ricca è la documentazione proveniente proprio
dall’Archivio dell’Accademia Filarmonica, e per questo devo ringraziare
l’Archivista prof. Giuseppe Vecchi e il Consigliere dell’Accademia Romano
Vettori. Questa documentazione getta nuova luce sui rapporti fra Rossini e
questa antica istituzione bolognese. Alla Filarmonica è conservata la richiesta
di Rossini per essere aggregato all’Accademia come cantante, nel 1806 a soli
14 anni (l’aggregazione all’Accademia era un titolo molto ambito); tra
l’altro Rossini fu eletto Presidente dell’Accademia per due volte nel 1845 e
nel 1852. Molta documentazione iconografica proviene naturalmente
dall’Archiginnasio, al quale è dedicato ampio spazio soprattutto nella parte
dedicata alla storica esecuzione dello Stabat Mater nel 1842, che comprende
anche un lungo capitolo dedicato al direttore di quell’esecuzione, Gaetano
Donietti, e ai vari esecutori che vi parteciparono. Numerose fotografie
provengono anche dalle Collezioni d’arte della Cassa di Risparmio, soprattutto
le fotografie storiche della vecchia Bologna. All’Archivio di stato sono
conservati circa 150 documenti notarili riguardanti Rossini, alcuni dei quali di
grande interesse come quelli riguardanti la ristrutturazione del Suo Palazzo in
Strada Maggiore. Il palazzo tra l’altro è stato recentemente restaurato
grazie all’impegno dell’attuale proprietario il Prof. Gianfranco Gelmi di
Verona, che voglio qui ringraziare per le preziose indicazioni fornitemi. Il
Prof. Gelmi ha scritto anche una memoria sul recente restauro del Palazzo
Rossini, molto interessante e ricca di notizie. Tra i documenti dell’Archivio
di stato ricordo infine i due testamenti di Rossini, quello del 1848, in cui
designava erede universale il Liceo Musicale di Bologna e quello di 10 anni
successivo; in cui designava come erede il Comune di Pesaro, dopo la nota brusca
rottura con la città di Bologna.
Tra i luoghi rossiniani di maggior interesse, viene approfondita la presenza di
Rossini come studente e poi consulente onorario del Liceo Musicale, nonché la
sua presenza nei tre maggiori teatri della città, il Comunale, il Teatro del
Corso e il Contavalli, questi ultimi due oggi purtroppo distrutti. La presenza a
Castenaso del compositore è documentata da numerose lettere e fotografie della
magnifica villa che egli abitò e in cui compose la Semiramide, anche questa
villa distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La lista dei
monumenti e dei palazzi oggi distrutti è purtroppo molto lunga e su alcuni di
essi mi sono soffermato, come la villa Sampieri di Casalecchio, dove Rossini
soggiornò in numerose occasioni. Altri luoghi rossiniani meno conosciuti ma
ugualmente importanti sono la villa Banzi, oggi sede dell’Istituto San
Giuseppe in Via Murri 74, dove il compositore si sposò con Olimpia Pélissier
nel 1846, e nel cui archivio ho trovato numerose fotografie d’epoca, e la Casa
Varrini, in Via Santo Stefano 57, dove Rossini abitò dal 1840 al 1846, e dove
portò a termine lo Stabat Mater.
Alcuni personaggi che ruotano attorno alla figura di Rossini vengono
tratteggiati con ampia documentazione, in particolare i genitori, il severo
maestro Mattei, e le sue due mogli, la capricciosa Isabella Colbran e
l’austera Olimpia Pélissier (il soggiorno di Iasbella Colbran a Castenaso è
tra l’altro ampiamente documentato da 71 lettere di Giuseppe Rossini, oggi
conservate alla Biblioteca Nazionale di Firenze). Altri personaggi di rilievo
sono i numerosi amici del compositore, come il tenore Domenico Donzelli, allora
proprietario del Palazzo Sanguinetti, futura sede del Museo della Musica di
Bologna, presso il quale Rossini abitò dal 1846 al 1851, e il clarinettista
Domenico Liverani, che gi fu vicino fino agli ultimi giorni.
Nella mostra occupano una parte ragguardevole i numerosi articoli di giornali
riguardanti Rossini a Bologna, in particolare di testate storiche come “Il
redattore del Reno”, “La Gazzetta di Bologna”, “Teatri, Arti e
Letteratura” e”La Farfalla”.
Tra le istituzioni e i privati che hanno contribuito alla mostra, non potendoli
segnalare tutti, vorrei ricordare la Fondazione Rossini e la Casa Rossini di
Pesaro, il Museo Teatrale della Scala e la Civica Raccolta di Stampe Bertarelli
di Milano, il Museo Carnavalet di Parigi, Tiziano Costa e Giorgio Ronchi di
Bologna e Sergio Ragni di Napoli, che mi è stato di grande aiuto con i suoi
consigli e la sua esperienza di studioso rossiniano. La mostra è stata
realizzata con il patrocinio della Fondazione Rossini di Pesaro, di Bologna dei
Musei, dell’Istituzione Rossini, di Patron editore e dell’Agimus, e con il
contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Vorrei infine
ricordare quello che è stato uno degli apporti più importanti e preziosi per
la buona riuscita della mostra e cioè quello della casa editrice Patron che ha
pubblicato in catalogo della mostra, grazie al prezioso contributo della
dott.Sandra Simoni. Il catalogo della mostra ripropone fedelmente l’elenco dei
documenti esposti e le didascalie che li accompagnano, in modo da essere utile
strumento di consultazione anche per quanti non abbiano avuto occasione di
visitare la mostra; nel catalogo i testi dei documenti sono riprodotti
fedelmente, con punteggiatura, abbreviazioni, maiuscole ed eventuali errori
originali. Le note illustrative sono state necessariamente ridotte
all’essenziale, ma il lettore interessato potrà trovarvi tutte le indicazioni
bibliografiche necessarie per un eventuale approfondimento.
La mostra è inserita nelle manifestazioni patrocinate da Bologna capitale
europea della cultura nel 2000 e mi auguro che possa suscitare l’interesse non
solo dei musicisti ma di quanti abbiano occasione di visitare bologna dal 29
febbraio al 1° aprile 2000. Chiudo con una curiosità: poichè Rossini nacque
il 29 febbraio del 1792 e secondo il calendario gregoriano, gli anni bisestili
ricorrono ogni 4 anni, con esclusione del 1800 e del 1900, il 2000 è il 50°
anniversario bisestile della nascita di Rossini. Così ci è parso opportuno
inaugurarla il 29 febbraio e chiuderla il 1° aprile, sperando che Rossini non
ci faccia l’ennesimo scherzo con un bel pesce d’aprile!
Luigi Verdi
curatore della mostra
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