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Giuseppe Martucci a Bologna, in Atti del Convegno "Giuseppe Martucci e la
caduta delle Alpi" nel 150° anniversario della nascita,
Antonio
Caroccia,
Paologiovanni Maione e Francesca Seller, Lucca, LIM 2009,
pp. 149-205.
Giuseppe
Martucci, ancor giovanissimo, s’impose subito per le sue eccezionali doti di
pianista, compositore e direttore d’orchestra, e nel 1886, a soli
trent’anni, fu chiamato alla direzione del Liceo musicale di Bologna (oggi
Conservatorio G. B. Martini), legando
il suo nome alla città di Bologna, dove rimase per circa
sedici anni. Il Liceo musicale ebbe uno notevole sviluppo sotto la
direzione di Martucci, affermandosi
come una delle migliori scuole musicali a livello
europeo.
Di
grande rilievo fu anche l’attività di Martucci come direttore d’orchestra a
Bologna, dove diresse 91 concerti tra cui per
la prima volta in Italia il Tristano
e Isotta di Wagner, in occasione dell’Esposizione universale emiliana e dell’ottavo
centenario dell’Università. Martucci
compose a Bologna anche molte delle sue opere più importanti.
Di Martucci a Bologna si è già scritto molto[1]
e non è possibile soffermarsi in dettaglio su tutti gli avvenimenti di quegli
anni; mi concentrerò solamente su alcuni aspetti della vicenda bolognese di
Martucci, aspetti che possono offrire occasione per un ulteriore
approfondimento, con dei flash sulla sua nomina e la sua permanenza alla
direzione del Liceo musicale, sulla sua attività come direttore d’orchestra e
in particolare sugli avvenimenti del 1888: l’incontro con Johannes Brahms, la
direzione del Tristano e Isotta di Wagner. Infine il concerto del 1901 in
memoria di Giuseppe Verdi, che fu sostanzialmente l’unica occasione nella
quale Martucci diresse musica del maestro italiano.
A
conclusione seguirà l’elenco completo dei concerti diretti da Martucci a
Bologna e un’Appendice con la riproduzione di alcuni documenti di rara
reperibilità.
In particolare è da segnalare il libro Fervore d’Arte a Bologna
1886–1897 (578 pp.), III volume della monumentale biografia di
Giuseppe Martucci scritta da Folco Perrino, edita dal Centro Studi
Martucciani di Novara (2002), che tratta in maniera esauriente e con dovizia
di documentazione gran parte degli eventi bolognesi.
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