Presentazione del libro "Organizzazione delle altezze nello spazio temperato", Treviso, Diastema 1998, 384 pp.; nell'ambito della Rassegna "Finestre sul Novecento".
Treviso, Ca' dei Carraresi, 20 novembre 1998.

In primo luogo desidero ringraziare Paolo Troncon, senza la cui disponibilità sarebbe stato molto difficile portare a compimento la pubblicazione di un libro che, pur avendo un carattere molto specialistico, analizza molti aspetti della composizione musicale che sono di grande interesse per tutti gli artisti. Lo scopo principale del libro è di offrire una panoramica quanto più completa ed esauriente di tutte le possibili combinazioni di suoni nell'ambito del sistema temperato di 12 suoni.
Il mio interesse per la tecnica combinatoria dei suoni risale ai primissimi anni di studio. Ricordo il mio primo insegnante che alla domanda di classificare un accordo estraneo al sistema tonale, rispondeva: questo accordo non si può classificare.
In effetti non esiste una teoria universalmente accettata per classificare tutte le combinazioni sonore: esistono circa una ventina di teorie, sebbene alcune di esse come, l'analisi insiemistica sviluppata negli Stati Uniti d'America negli anni '70, abbia avuto una maggiore diffusione. Le teorie sviluppate dagli americani risultano per noi molto ostiche, sia per problemi di traduzione, sia per la loro tendenza ad essere troppo astratte e altamente formalizzate. Era perciò necessario compiere una sintesi fra le varie teorie, per giungere ad una sorta di unificazione e codificazione che tenesse conto di tutti gli studi fino ad oggi elaborati.
Il punto di equilibrio mi pare sia stato raggiunto in particolare coniugando l'analisi insiemistica americana con le ricerche teoriche sulle scale simmetriche, portate avanti in particolare dai teorici russi e ucraini del XX secolo (Javorskij, Slonimskij, Sillinger, Cholopov), le ricerche vagamente esoteriche di studiosi e compositori germanici (Hauer, Kayser, Simbriger) e l'intuizione brillante ma poco sistematica dei francesi (Messiaen, Costere, Kelkel). Come è noto la tradizione italiana e' molto lontana da un approccio classificatorio dei materiali musicali, sebbene l'influsso di Busoni sia stato enorme in questo senso, seppure come fatto isolato.
Credo che le sollecitazioni che la lettura di questo libro può offrire ad un compositore d'oggi siano notevoli. La rilettura del repertorio musicale del XX secolo, alla luce dello sviluppo delle combinazioni sonore, appare in una prospettiva nuova; in particolare il ruolo della Seconda scuola di Vienna (spesso sopravvalutato per motivi anche extra-musicali), che tanta parte ha avuto nella formazione del compositore contemporaneo, appare molto ridimensionato, a favore di un più equilibrata analisi di tutti gli sterminati stilemi compositivi che hanno caratterizzato il Novecento.
Mi auguro che il mio lavoro, durato circa 10 anni, possa essere utile nella prospettiva di un definitivo assetto storico e analitico delle tecniche compositive di questo tormentato secolo che volge al termine.

Luigi Verdi

 

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